lunedì 10 ottobre 2011

Kokomo Arnold

"Con la sua voce alta da tenore 
ha creato uno stile blues personale 
e immediatamente riconoscibile"
(Gèrard Herzaft,Encyclopedia of the Blues)




Vecchio maestro di cerimonie di fuoco con l'amico Peetie Weathstraw,
Kokomo recitava testi durissimi sopra il suono metallico della sua chitarra mancina.
Da giovane riteneva che la passione per la musica sarebbe stata sempre secondaria rispetto al lavoro che gli dava da vivere,vale a dire il distillatore clandestino di liquori (bootlegger in gergo),ma i fatti gli avrebbero presto dimostrato che si sbagliava.
Nato il 15 febbraio 1915,James Arnold cresce a Lovejoy Station in Georgia dove il cugino John Wigges gli insegna i rudimenti base della chitarra.
Si trasferisce al nord dopo la fine della prima guerra mondiale e lavora come bracciante nello stato di New York e nelle acciaierie di Pittsbourgh prima di giungere a Chicago nel '29 mettendosi in proprio con la sua distilleria clandestina.
Continua a suonare,prima con la Oscar's Chicago Swingers,poi da solo,spinto da un carattere difficilissimo e da una cattiva propensione al lavoro di gruppo. Gli ambienti che preferisce poi sono quelli che conosce meglio e cioè le bettole più malfamate frequentate da prostitute e papponi in cui si consumano grandi quantità di liquori illegali.
La sua popolarità come bluesman cresce e lo porta a debuttare su disco nel '30 a Memphis dove registra due pezzi per la Victor,Rainy night blues e Paddlin' blues (quest'ultima in realtà è una rivisitazione del tradizional Paddling Madeline Home) sotto lo pseudonimo di Gitfiddle Jim.
Nonostante le pochissime copie vendute,il suo primo disco,annuncia già i tratti distintivi del suo blues: un potente suono di chitarra che accompagna un particolarissimo stile vocale (Paddlin' blues addirittura è così veloce che la voce stenta a tenere il passo con la chitarra che suonava orizzontalmente appoggiata sulle ginocchia).

Nel '34 registra dei pezzi per la Decca che sarebbero diventati dei classici,il primo è Old Original Kokomo Blues dalla quale avrebbe ricavato poi il soprannome (Kokomo era una popolare marca di caffè dell'epoca); la canzone,inoltre basata su Kokomo Blues di Scapper Blackwell sarebbe stata rielaborata da Robert Johnson e reintitolata Sweet Home Chicago.L'altro brano della session del '34,Milk Cow Blues,sarà registrato da Elvis Presley nel '54 per la Sun.
Kokomo continua a registrare per la Decca fino alla fine degli anni trenta registrando brani come e  e collaborando inoltre con personaggi come Roosvelt Sykes,Peetie Wheatstraw e Mary Johnson.
Nel '38 la sua carriera così promettente si interrompe bruscamente. Litiga infatti con Mayo Williams della Decca rompendo il contratto e ,una volta fuori dal giro,finisce per scomparire gradualmente dalle scene.
Viene riscoperto negli anni '60 dal giovane pubblico bianco che alimenta il folk revival,ma da questa situazione favorevole non riesce a trarre gli stessi vantaggi che altri bluesman sono riusciti a spuntare in quegli anni,infatti godrà solo di un effimero periodo di popolarità spuntando solo qualche apparizione a Chicago e dintorni.
James Arnold muore per problemi cardiaci l'8 novembre 1968 a Chicago e lascia in eredità ai posteri le prove registrate del suo talento che tra gli altri influenzò significativamente grandi maestri come Robert Johnson .
Anche per questo il mancino Kokomo merita più di quanto abbia in realtà raccolto in vita e dopo la morte.
La prova è rappresentata da diversi brani memorabili dai quali emergono con prepotenza la sua tecnica strabiliante alla slide e il suo cantato magmatico,quasi sempre inintellegibile,che recitava però testi crudi e irriverenti ricchi di doppi sensi allusivi.
Un grande capostipite,troppo sottovalutato


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